Ai vini passiti, a volte, la Botrytis Cinerea, in uno stadio del suo sviluppo e in adeguate condizioni climatiche, può dare qualcosa in più.
Questa muffa non ama i climi caldi e predilige una buona umidità, fattori che spesso costringono a una vendemmia dilazionata nel tempo, per raccogliere solo i grappoli nei quali abbia raggiunto il migliore sviluppo.
Grappoli che sono tutt’altro che belli e succosi!
Raggrinzita dal parziale ammuffimento, con un colore che va dal viola al grigio al marrone, tutto lasciano prevedere forche tini intensi, dolce ed eleganti.
Sviluppandosi sulla buccia degli acini, la muffa forma un feltro colorato, fitto intreccio di fedi filamentose, che provoca l’appassimento per evaporazione e la conseguente concentrazione di tutte le sostanze estrattive.
Ma il suo intervento è ancora più diretto, perché produce glicerina e sostanze aromatiche, trasforma diverse componenti e consuma alcuni acidi. E soprattutto da inconfondibili sfumature odorose.
Italia non esistono zone specifiche alle quali si può ricondurre in modo particolare la produzione di vini muffa, anche se le esigenze della Botrytis Cinerea sono soddisfatte in alcune regioni del centro Nord.
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