Sempre di più nel corso degli anni si lega il vino al suo produttore, a capire qual’è il vincolo strettissimo tra chi si sporca felicemente le mani in vigna e la sua passione nel capire cosa cerca dal vitigno e dal territorio. Nella maggior parte dei casi, quando si fonda un’azienda viticola, si disegna un progetto sapendo che costituirà una parte importante di un lascito che verrà raccolto da figli e nipoti, consolidato e accresciuto mantenendo oltre al pensiero originario una continuità familiare.
Non sempre però l’erede è designato dall’albero genealogico.
Così è per Panizzi che vede nella famiglia Niccolai l’opportunità di proseguire il percorso da lui intrapreso e in Walter Sovran la garanzia di rimanere ancorati al pensiero originario. Un lavoro che riporta la Vernaccia Toscana al posto che le compete nel mondo del vino, perché la Vernaccia di San Gimignano ha storia antica che con certezza parte dal Duecento e nel corso dei secoli subisce alterne vicende di una luminosa presenza ai tavoli principeschi e l’oscurante competizione dei rossi toscani.
Dal 1989 la missione dell’azienda Pnizzi è creare vini diterroirma anche da grandeinvecchiamento. Sono passati ormai più di 40 anni da quando, nel 1979, Giovanni Panizzi acquistò il podere Santa Margherita appena fuori le antiche mura di San Gimignano. Per la prima vera vendemmia, ci sarà da aspettare 10 anni, fino al 1989: anni durante i quali, con la consulenza dell’enologo Salvatore Maule, la tecnica si affina. Nel 1990 esce in commercio la prima Vernaccia di San Gimignano di casa Panizzi.
ANNI DI CRESCITA
Gli anni ‘90 vedono la crescita della superficie a vigneto, con l’aumento delle bottiglie prodotte, e già nel 1990 nascono altre etichette, fra cui la Vernaccia di San Gimignano Riserva (la cui annata 1998 sarà la prima Vernaccia di San Gimignano a ottenere 3 bicchieri dalla Guida dei Vini d’Italia del Gambero Rosso) e il Chianti Colli Senesi Vertunno, seguiti poi, all’inizio degli anni 2000, dal San Gimignano Rosso Folgòre e da una nuova Vernaccia, Vigna Santa Margherita, una delle prime cru della denominazione, prodotta integralmente con le uve del vigneto da cui Panizzi ha avuto origine.
Sono anche gli anni in cui Giovanni Panizzi pensa a traghettare l’azienda verso il futuro: nel 2005, pur rimanendo alla guida dell’azienda, passa la proprietà aLuano Niccolai, cui succederà il figlio Simone, con cui Giovanni collabora strettamente per disegnare il futuro di Panizzi. Giovanni ci ha lasciati nel 2010, con un’azienda Panizzi ormai saldamente radicata nel panorama deiproduttori di Vernaccia di San Gimignano, e sempre orientata a seguire, con lo stesso spirito “visionario” e vincente del suo fondatore, l’idea di qualità e continuo perfezionamento che da sempre la contraddistingue.
La guida diSimone Niccolai, negli ultimi 10 anni, ha confermato lo spirito visionario che è sempre stato l’anima di Panizzi, unito a una grande lungimiranza, che non solo ha portato Simone Niccolai a circondarsi, come collaboratori, di valenti professionisti del settore, ma ha anche dettato la scelta, innovativa e coraggiosa, di non fermarsi alla Vernaccia – un vino di indiscutibile carattere e personalità – ma di guardare al futuro, esplorando il panorama dei vini rossi. Fiore all’occhiello dei vini rossi Panizzi è ilPinot Nero, che oggi rappresenta, accanto alla Vernaccia, la “seconda metà” del cielo di Panizzi: un cielo dai grandi orizzonti, proiettato verso il futuro.