L’Archetipo nasce da Francesco Valentino Dibenedetto, agronomo e contadino di lunga tradizione, erede di Carlo Dibenedetto, viticoltore da generazioni in Puglia. Dagli anni ’80, ha avviato la transizione all’agricoltura biologica, successivamente al biodinamico e infine all’agricoltura sinergica, ispirata da Masanobu Fukuoka. Con la moglie Anna Maria e i loro quattro figli, la famiglia coltiva le vigne senza arature nocive, sostenendo una cantina in tufo e privilegiando la valorizzazione naturale delle uve. Si estendono circa 20 ettari di vigneti, situati a 320 metri sul livello del mare, ai piedi della murgia barese, su terreni formatisi dall’accumulo di terra rossa derivante dai processi di carsificazione e erosione dei dossi calcarei noti come murgia.
I vigneti L’Archetipo ospitano vitigni autoctoni come Primitivo, Aglianico, Greco, Fiano, Susumaniello, Marchione, Maresco, perfettamente adattati alle condizioni pedoclimatiche locali, coltivati seguendo l’archetipo di ciascuna pianta. La gestione avviene senza interventi invasivi sul terreno, con una densità di 4545 piante per ettaro e un sesto d’impianto di 2,20×1. In queste condizioni ottimali, con una produzione massima di 60-80 quintali di uva per ettaro, si rispetta il fondamentale parametro di un kg di uva per metro quadro, essenziale per ottenere vini ricchi di corposità, sapore, profumi e gusto. L’altitudine di 320 metri favorisce escursioni termiche giorno-notte, ottimali per la sintesi dei polifenoli, fondamentali per la difesa del metabolismo e la conservazione dei vini.
TRIPLE A
La produzione vinicola globale è sempre più caratterizzata dalla standardizzazione, che uniforma i vini a livello organolettico, omogeneizzando le peculiarità del vitigno, del territorio e del produttore. Questo fenomeno, causato principalmente dall’uso estensivo di prodotti chimici in vigna e l’impiego di lieviti selezionati in laboratorio, genera vini privi di carattere e incapaci di evolversi nel tempo. I vini di eccellenza, quelli che suscitano emozioni, sono il risultato di un approccio agricolo quasi dimenticato e di una vinificazione meno interventista, trattando il vigneto con cura simile a un orto. Il manifesto dei produttori Triple A evidenzia i criteri chiave condivisi da coloro che, resistendo, continuano a creare vini destinati a diventare miti, seguendo una tradizione che risale all’alba dell’umanità.
ESPRESSIONE AUTENTICA
La problematica dei lieviti selezionati, che negli ultimi vent’anni ha interessato il mondo dell’enologia, sta conducendo a una globalizzazione del gusto, omogeneizzando la vasta gamma di sapori e profumi presenti in natura. In risposta, L’Archetipo sceglie di utilizzare esclusivamente lieviti autoctoni, appartenenti alle proprie terre, adattati al clima e coinvolti in un ecosistema in cui la sinergia tra microflora e microfauna è cruciale per conferire autenticità ai vini.
Questa autenticità delle terre si preserva anche attraverso la decisione di non filtrare i vini, poiché tale procedura rimuoverebbe l’autenticità e il valore gustativo che si sviluppa durante il periodo di affinamento. Di conseguenza, L’Archetipo suggerisce ai suoi clienti di caraffare i vini per apprezzarne appieno il vero gusto e, allo stesso tempo, godere di un prodotto puro fin dal primo sorso.