Tra le vallate che da Brescia portano al Lago d’Iseo, in una frazione del paese di Monticelli Brusati, si nasconde l’azienda Il Pendio di Michele Loda. Cinque ettari di proprietà di cui tre sono vitati, uno è occupato dal bosco e l’ultimo tra piante di ulivo, prato e le varie infrastrutture.
Questa realtà esula però dal Franciacorta, uscendo dal consorzio Franciacorta con l’annata 2012 e rinunciando quindi ad un marchio di sicuro appeal sul mercato. Ciononostante l’azienda produce i vini rispettando il disciplinare, tant’è che fino all’ultimo sarebbero atti a divenir Franciacorta salvo poi essere imbottigliati come VSDQ (vino spumante di qualità).
La storia
La storia dell’azienda Il Pendio nasce nel 1988 quando un anziano del posto decise di dedicarsi alla viticoltura in modo meno amatoriale e creare una piccola realtà vitivinicola, pur ammalandosi pochi anni dopo l’inizio del progetto. Michele, originario di un’altra vallata, è arrivato ufficialmente nel 2002, in seguito ad un percorso piuttosto variegato e una formazione del tutto diversa da quella di enologia, agronomia o materie affini alla viticoltura.
All’arrivo di Michele in questa piccola realtà c’era un enologo a supporto del precedente proprietario, che però ha trovato vita breve dovendosi scontrare con le idee innovative e già delineate che vedevano una produzione distante da quella dell’enologia più classica.
L’azienda oggi
Oggi i vigneti più vicini alla cantina sono stati piantati ex-novo e il Pinot Nero ha sostituito il Cabernet Franc, mentre percorrendo la strada di sassi che porta all’albero di noce, simbolo dell’azienda, e al successivo bosco si possono trovare le vecchie vigne di Chardonnay, qualche pianta di Pinot Bianco e ancora Pinot Nero.
In un territorio estremamente ventilato, non soggetto a gelate, non si effettuano sfogliature “al massimo le foglie vengono arrotolate” e la terra non viene mai mossa, sfalciando l’erba almeno cinque o sei volte all’anno. Il sottosuolo è composto dai primi cinquanta, sessanta centimetri di argilla per poi trovare una roccia calcarea estremamente dura e poco penetrabile.
I trattamenti sono principalmente a base di rame e zolfo e viene periodicamente sparso del letame secco, soprattutto per favorire la crescita delle nuove piante. Dopo eventuali grandinate viene cosparso un preparato biodinamico, che si è verificato essere efficace per il ripristino delle piante e Michele conta molto sull’equilibrio che può donare il vicino bosco, all’interno del quale si rifugiano insetti ed altri animali che possono giovare la vita dei vigneti nell’ottica di un ecosistema che si può bilanciare ed auto-regolare.