Tra vino e arte
Una delle più importanti visioni di Feudi di San Gregorio è credere che la nascita di un vino abbia lo stesso processo creativo di un’opera d’arte. L’amore e la passione nella cura delle piante, l’impegno nella raccolta dell’uva e la pazienza nell’attesa che il vino sia maturo, fanno sì che ogni bottiglia esprima la sua personalità e diventi un’opera d’arte. È con questo approccio che nascono le collaborazioni con grandi maestri e giovani di talento, volte a continuare e far crescere la volontà di uno scambio continuo di conoscenza e creatività fra il vino e l’arte. Gli stessi sentimenti ed emozioni conducono il percorso creativo di un artista, che lo porta a realizzare una scultura, uno scatto fotografico, un quadro, un’installazione.
La terra dell’Irpinia
L’Irpinia, regione storica dell’Appennino campano è un territorio vitivinicolo unico, in cui i vigneti coesistono da sempre con alberi da frutta, boschi, ulivi, erbe aromatiche. Territorio aspro e dolce insieme, dalle connotazioni forti e sensazioni intense. Un entroterra antico le cui vigne trovano testimonianza già nei testi di Plinio, Columella e Strabone. La giacitura dei suoli del territorio irpino è molto varia: un continuo succedersi di montagne, colline, pianure, intervallate da corsi d’acqua. La configurazione orografica determina un regime dei venti che regala alla regione una buona piovosità e crea un microclima che la differenzia nel contesto campano: la vegetazione è varia e densa; gli inverni, pur brevi, sono rigidi e nevosi e le estati miti e prolungate.
Non parliamo di Campania, parliamo di Irpinia!
La cantina
Feudi di San Gregorio è oggi il marchio simbolo del rinascimento enologico del meridione d’Italia e di una cultura del bere volta a riscoprire l’identità dei sapori mediterranei. Valorizzare i vitigni del Sud Italia come l’Aglianico, il Fiano di Avellino e il Greco di Tufo, investire nella terra e nella tradizione secolare della viticoltura irpina, restituendo un futuro ad un patrimonio ambientale unico.
Salita la collina verso Sorbo Serpico, ci si addentra in un mondo magico, tra luoghi d’acqua inaspettati, giardini di spezie e roseti in fiore.
La sorpresa più grande è però all’interno della cantina: la lunga bottaia che ospita i vini rossi. L’intento è di andare oltre il concetto di cantina, facendola diventare un forum, un luogo di incontro, di confronto, di conoscenza, di meditazione, un laboratorio di idee e cultura, un luogo di accoglienza e ristoro. Al progetto hanno partecipato professionisti di livello mondiale: l’architetto giapponese Hikaru Mori ha avuto il difficile compito di dare unità architettonica alle strutture preesistenti, sviluppatesi nel tempo. Massimo e Lella Vignelli, simboli del design italiano nel mondo e “autori” delle etichette dell’azienda, hanno disegnato gli arredi e gli interni.
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