La singolare storia degli spumanti Ca’ del Bosco inizia negli anni ‘60 quando Annamaria Clementi Zanella acquista una piccola casa dall’omonimo nome ad Erbusco, nelle colline lombarde, due ettari di proprietà immersi in un fittissimo bosco di castagni.
STORIA D’ECCELLENZA
Negli anni ‘70 un giovanissimo Maurizio Zanella, oggi presidente dell’azienda, decide di trasformare la tenuta acquistata dai genitori – chiamata in dialetto bresciano ‘ca’ del bosc’ – in una cantina. A far scoccare la scintilla che lo porterà ad innamorarsi del mondo del vino è un viaggio in Francia.
Una volta tornato a casa, propose al padre di costruire una cantina nella proprietà ad Erbusco. È stato così che, a soli 16 anni, progetta la sua prima cantina. Nel 1972 esce sul mercato il bianco di Franciacorta targato Ca’ del Bosco e cinque anni dopo il rosso. Una costante ricerca di qualità e di eccellenza ha fatto di Maurizio Zanella uno dei principali protagonisti del Rinascimento enologico italiano di quegli anni. Determinante, a questo proposito, l’incontro con alcune figure cruciali: dallo chef de cave francese André Dubois, grazie al quale nascerà il primo Franciacorta Millesimato di Ca’ del Bosco, a Luigi Veronelli, celebre filosofo e giornalista enogastronomico la cui amicizia segnerà per sempre il destino dell’imprenditore.
LA FRANCIACORTA
È da Franzacurta (da latino “franchae curtes” cioè regione esente dal pagamento dei tributi) che il nome della Franciacorta giunge a noi, ad oggi. Quel che vale su tutto, però, è la sua radice, lontana nel tempo. Attestati che una lunga tradizione vitivinicola ha saputo guadagnarsi con la forza dell’idea e dell’intraprendenza contadina, dell’imprenditoria locale. Fra le prime regioni ad ottenere la D.O.C. nell’ormai lontano 1967, la Franciacorta acquisisce rapidamente prestigio, valorizzando i prodotti della sua terra grazie all’impegno di quanti hanno sapientemente investito risorse e idee nell’enologia di qualità. Una significativa testimonianza del rinnovato impegno dei produttori di questa terra a fare chiarezza e a migliorare ancor più la qualità dei vini, adottando un disciplinare che è il più restrittivo al mondo per questa tipologia di vino.