Antico tempio etrusco, roccaforte romana, monastero medievale. Castello Romitorio, testimone di epoche e arti, dalle vestigia di Etruschi al recupero artistico di Sandro Chia negli anni ’80. Un viaggio nel tempo dove il vino si fonde con la millenaria passione per il territorio, tra storia e tradizione vitivinicola.

STORIA E RINASCITA

Nell’incantevole territorio della Toscana, che ospita oggi il Castello Romitorio, un tempo si estendevano campi e boschi degli Etruschi, antica e raffinata civiltà. A pochi chilometri, Murlo conserva un prezioso sito archeologico etrusco risalente al VII secolo a.C. Le origini del Castello Romitorio affondano probabilmente nell’epoca romana, fungendo forse da prigione per soldati disertori di fede cristiana. Nel Medioevo, il castello fu strategicamente fortificato nelle dispute tra le potenti città di Firenze e Siena, assumendo un ruolo cruciale nelle vie di comunicazione dell’epoca. Le testimonianze storiche rivelano che l’edificio attuale, maestoso e solitario, risale al Trecento e fu accompagnato da una piccola cappella.

Montalcino e il complesso di fortificazioni del Castello Romitorio furono fieri depositari della libertà, rappresentando l’ultimo Comune libero d’Italia fino al 1559, quando si arresero ai Medici. In quel periodo, il Brunello, il vino con cui i difensori di Montalcino “arrubinavano il volto”, ebbe le sue prime testimonianze scritte. Dopo svariati destini, tra ospizio per pastori, proprietà del Barone Giorgio Franchetti e stato di rudere, il Castello Romitorio trovò nuova vita nel 1984 grazie all’artista Sandro Chia, che ne intravide il potenziale e avviò un processo di recupero e rinnovamento.

SPERIMENTAZIONE

Negli anni ’80, l’artista Sandro Chia decide di donare nuova vita a Castello Romitorio, acquisendolo e trasformandolo in residenza e atelier. Affiancando l’antico maniero, Chia acquisisce vigneti e boschi, con l’obiettivo di ripristinare la sua antica vocazione alla viticoltura. Montalcino diventa un laboratorio di sperimentazione nella seconda metà degli anni ’80, con vigne e cantine che innovano nel rispetto della tradizione per definire una nuova, antica identità. In questo contesto, Castello Romitorio inaugura nel 2005 la sua nuova cantina, arricchendo il maniero trecentesco con le opere d’arte di Sandro Chia, un equilibrio tra avanguardia e millenaria storia. Nel medesimo anno, il figlio di Sandro, Filippo Chia, entra a far parte dell’azienda, avviando un profondo rinnovamento dei vini e dello stile.

La nuova fase si concentra sul Sangiovese in purezza, evidenziandone l’eleganza e il carattere territoriale. Dopo tre decenni di impegno sul territorio, oggi Castello Romitorio è una realtà vitivinicola di rilevanza internazionale. Filippo Chia, alla guida dell’azienda, si dedica alla sfida di coniugare tradizione e ricerca dell’eccellenza, unendo classicità e innovazione. La missione continua ad essere quella di preservare l’eredità straordinaria del territorio, offrendo vini di alta qualità e autentica espressività territoriale.

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