Descrizione
DESCRIZIONE DEL VINO ROSSO TAURASI DOCG 2012 AGLIANICO “MICHELE PERILLO”
Taurasi DOCG 2012 Aglianico “Michele Perillo”: l’arte di addomesticare l’Aglianico.
Michele Perillo pare portare sulle spalle solo gli anni che passano e la proprie personali scelte enoiche. I suoi vini, elogio alla lentezza e al saper aspettare, non hanno, infatti, mai visto quei soli canonici tre anni previsti dal disciplinare per il Taurasi o quattro per la Riserva prima della messa in commercio. Quegli anni al più servivano (e servono ancora) a Michele solo per decidere la disposizione in cantina delle bottiglie. Perché nella fretta generale del mercato, del presto che è tardi, per Perillo quel tempo ha sempre rappresentato solo il preludio di una lunga custodia nella sua cantina situata nella parte più a sud dell’Irpinia. E’ quella parte dove il letto del fiume Calore divide i pendii collinari dei due piccoli centri abitati di Castelfranci e Montemarano, in Campania. Entrambi luoghi di elezione delle sue vecchie vigne. Il metodo Perillo consiste in una lunga sosta del vino in cantina, in un lunghissimo affinamento e – ancor prima – nei moltissimi travasi. Ma comincia già col saper attendere il momento giusto della vendemmia – né un giorno prima, né un giorno dopo, perché l’aglianico è una brutta bestia.
Le viti, vecchissime, sorgono su terreni di natura sabbiosa, argillosa e calcarea a 500 metri di altitudine circa. Le uve di Aglianico fermentano spontaneamente in tini di acciaio e legno. Il vino riposa per circa 20 mesi in legno di varie grandezze per poi sostare circa 8 anni in bottiglia.
NOTE DI DEGUSTAZIONE
Taurasi DOCG 2012 Aglianico “Michele Perillo”: chi vive il mondo delle uve Aglianico sa per certo che i Taurasi non possono essere vini convenzionali. Il Metodo Perillo, in tal senso, riflette un’identità unica e precisa. Un vino del genere, pertanto, può piacere come può non piacere. Detto ciò, siamo davanti ad un capolavoro creativo. Un vino troppo complesso da spiegare, il cui assaggio merita grandi approfondimenti.
È un vino sul quale – dopo il primo sorso – cala il silenzio. Per quanto ci si sforzi di paragonarlo ad altri straordinari vini, Perillo rimane Perillo, anche quando si tenta in tutti i modi di associare la grandezza di alcune sue annate a qualche classico e intramontabile Barolo.
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